Il nuovo stato di Israele, espressione di una secolare aspirazione degli Ebrei, sorse ufficialmente nel 1948, con l’abbandono della Palestina da parte della Gran Bretagna. Ai gruppi di Ebrei ivi già stanziati da tempo, vi si aggiunsero centinaia di migliaia di profughi dall’Europa. Tuttavia alla proclamazione dell’indipendenza fece immediato seguito la guerra da parte della Lega Araba; con l’armistizio del 1949, attuati alcuni compromessi territoriali, Israele iniziò la costruzione dello Stato, cercando nuovi istituti economico – sociali. Nel 1956 e nel 1967, con rapide campagne, ha sconfitto le nazioni arabe confinanti; nel 1970 si verificò uno stato di guerriglia e di tensione con i paesi arabi. Nel 1973 l'Egitto si unì alla Siria in una nuova guerra contro Israele, per recuperare i territori perduti nel 1967, ma le forze israeliane sconfissero gli avversari nel giro di tre settimane. Nel 1982 Israele invase il Libano, con l'intenzione di disfarsi della presenza dell'OLP in quell'area e di instaurarvi un governo filoisraeliano; dopo aspri combattimenti, i palestinesi ritirarono le proprie forze dalla città, mentre le truppe israeliane rimasero di stanza nella zona meridionale del paese. I primi colloqui di pace tra Israele, le delegazioni palestinesi e i confinanti stati arabi iniziarono nell'ottobre del 1991. Nel 1995 il primo ministro Rabin cadde assassinato per mano di un giovane ebreo e ciò suscitò una profonda lacerazione nella società israeliana. A cinquant’anni dalla nascita, Israele appariva profondamente diviso tra una parte più laica, favorevole alla creazione di uno stato palestinese, e una parte più conservatrice, fortemente condizionata dai settori religiosi ortodossi, decisamente ostili alla creazione di uno stato palestinese. Dagli inizi di giugno 2001 le organizzazioni più radicali dell’intifada palestinese avviarono una strategia di attacchi suicidi contro le città israeliane, causando decine di vittime; l’esercito israeliano rispose con un severo blocco alla Cisgiordania e alla striscia di Gaza e violente offensive sulle città palestinesi. Dagli inizi del 2002 lo scontro fra le truppe israeliane e le forze dell’intifada si fece più violento. Falliti diversi tentativi di mediazione, il conflitto riespose e nel 2002 il governo israeliano diede il via alla costruzione di un muro di separazione tra il territorio dello stato ebraico e la Cisgiordania. Gli inizi del 2004 registrano un ulteriore inasprimento della crisi, con decine di attentati suicidi e il rafforzamento della politica delle “esecuzioni mirate”, che culmina in marzo nell’uccisione dello sceicco Ahmed Yassin.

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