La Romania corrisponde all’antica Dacia, divenuta provincia romana sotto Trainano e poi soggetta agli Unni ai Goti, e agli Avari; costituita in principato di Moldavia e Valacchia dal secolo XIV, fu soggetta ai turchi e agli austriaci, fino all’elezione a principe di Romania di Alessandro Cuza nel 1858, a cui nel 1866 succedette Carlo Hohenzollern Sigmaniger, che condusse la Romania alla completa indipendenza.
Nel 1914 gli succedette Ferdinando I che, nel 1916, si alleò con l’Intesa e dichiarò guerra all’Austria. Nel 1917-18 la Romania, venutole meno l’appoggio. L’appoggio della Russia, fu occupata e costretta alla pace di Bucarest, annullata poi dalla vittoria dell’Intesa, in seguito alla quale la Romania ebbe un notevole ingrandimento territoriale. Intorno al 1930 il paese era agitato da lotte interne e sorgeva il movimento delle Guardie di Ferro; per reagire a questo re Carol costituì un regime autoritario. Sopravvenuta la seconda guerra mondiale, la Romania fu costretta a cedere a l’URSS la Bessaravia e la Bucovina. Carol abdicò e il paese entrò nell’orbita germanica e capo del governo fu chiamato il generale Antonescu. Insieme alla Germania, la romania attaccò l’URSS, ma dopo 3 anni di guerra re Michele destituì il governo di Antenescu nel ’44, chiese un armistizio e dichiarò guerra alla Germania. Re Michele fu deposto e nel 1948 venne proclamata una repubblica definita socialista dalla costituzione del 1965. Negli anni Settanta e Ottanta la politica di non-allineamento continuò e la Romania incremento i contatti con l’occidente. Nel maggio del 1990 il Fronte di salvezza nazionale vinse le elezioni multipartitiche e Iliescu divenne presidente: in ottobre venne approvata una nuova costituzione attraverso un referendum popolare entrata in vigore nel 1991 e che dichiarava il paese una repubblica presidenziale multipartitica. Nel corso del 2000 la situazione economica e sociale del paese si è deteriorata e inoltre la Romania è afflitta da una crisi politica.

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