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I personaggi del "spagna"
Alfonso X 1221 - 1284
 
Detto il Saggio, nacque a Toledo nel 1221 e morì a Siviglia nel 1284. Fu re di Castiglia e di León (1252-1282), figlio e successore di Ferdinando III. Il suo regno fu segnato da continui scontri con i mori, da numerose guerre civili e da ripetuti e infruttuosi tentativi di ottenere la corona del Sacro romano impero. Venne deposto nel 1282, a seguito di un'insurrezione guidata dal figlio Sancio IV, contrario alla ripartizione del regno fatta dal padre, in favore dei figli del primogenito, Fernando, morto nel 1257. Alfonso morì due anni più tardi. Fu anche poeta e autore di numerose opere storiche come “Primera crónica general de España” e di trattati scientifici, di cui ne è un esempio il “Lapidario e Libros del saber de astronomía”; stimolò la vita culturale spagnola del XIII secolo e sotto la sua direzione fu avviata la traduzione dell'Antico Testamento in lingua casigliana. Inoltre nel 1252 fu realizzata da astronomi arabi una serie di tavole astronomiche tuttora famosa con il nome di Tavole alfonsine. Il sovrano promulgò un codice di leggi intitolato “Las siete partidas” (Le sette parti), redatto sulla base dell'antico diritto romano.

Bàcquer Gustavo Adolfo 1836 - 1870
 
Nacque a Sevilla nel 1836 e morì a Madrid nel 1870. Le sue Rime (Rimas, 1860-1861) sono espressione di un romanticismo elegiaco e dolente, non insensibile ad un certo gusto 'nordico' penetrato nella letteratura spagnola soprattutto attraverso l'opera di Heine e di Byron. La poesia di Bécquer è priva di asprezze sonore e di magniloquenza, attenta alla frase dimessa e melodiosa. I suoi temi sono la solitudine dell'io nell'universo e la brama di infinito, l'amore che vince la morte e trasfigura i gesti quotidiani, un senso inquieto dell'oltretomba, la nostalgia del passato soprattutto quello di un idealizzato medioevo, i sogni perenni dell'uomo, il mistero della realtà naturale. Notevoli anche i libri in prosa: qui è una prosa lirica dolce, carica di intime risonanze e finezze pittoriche. L'opera di Bécquer ha avuto influssi su quella di Unamuno e di Jiménez e proprio a Jiménez si deve la riscoperta di Bécquer, che in vita fu scrittore poco famoso. Per i poeti del XX secolo servì da tramite per il simbolismo francese.
Balmes Jaime Luciani 1810 - 1848
 
(Vich, Catalogna, 1810 – ivi 1848). Filosofo, apologista, sociologo e politico spagnolo. Come pubblicista cattolico compose opere apologetiche molto famose, tra cui la nota “El protestantismo comparado con el catolicismo en sus relaciones con la civilisaciòn europea” del 1842 – 44, che fu tradotta in francese, tedesco e in italiano.
Benito Perez Galdos
 
(Las Palmas, Canarie 1843 - Madrid 1920), romanziere e drammaturgo spagnolo. Trasferitosi in Spagna nel 1862, studiò all'università di Madrid. Fra il 1873-1879 e il 1897-1912 scrisse cinque serie di romanzi storici, complessivamente 46 volumi raccolti sotto il titolo di “Episodi nazionali”, caratterizzati da un'accurata documentazione e una vivace rappresentazione degli avvenimenti. Il romanziere è paragonato spesso a Honoré de Balzac e a Charles Dickens per la capacità di rendere la "commedia umana" della Spagna ottocentesca. Grande interesse ha suscitato la scoperta, fatta nel 1983, del romanzo “Rosalia”, di cui fino ad allora si era ignorata l'esistenza. Da due romanzi di Pérez Galdós, “Nazarín” e “Tristana”, il regista Luís Buñuel trasse i due celebri film omonimi.
Carlo III 1716 - 1788
 
Nacque a Madrid nel 1716. Fu re di Spagna dal 1759 al 1788; con il nome di Carlo VII, fu re di Napoli e Sicilia dal 1734 al 1759 e, come Carlo I, fu duca di Parma dal 1731 al 1749. Figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, Carlo ereditò dalla madre il Ducato di Parma nel 1731, che lasciò in seguito al figlio Filippo di Borbone. Quando le truppe spagnole conquistarono i regni di Napoli e di Sicilia, Carlo vi venne insediato come sovrano. Nel 1759, quando salì sul trono di Spagna, lasciò i possedimenti italiani al figlio Ferdinando I. In Spagna promosse lo sviluppo dell'agricoltura e del commercio, riorganizzò la flotta, fondò accademie militari e riformò l'amministrazione dello stato; inoltre limitò il potere del tribunale dell'Inquisizione ed espulse i gesuiti dal paese. L'ostilità nei confronti della Gran Bretagna e l'amicizia con la Francia lo portarono a schierarsi al fianco di questa in sostegno delle colonie americane durante la loro guerra d'indipendenza dalla madrepatria. Morì nel 1788 nella sua città natale.

Francisco Pizarro
 
(Las Palmas, Canarie 1843 - Madrid 1920), romanziere e drammaturgo spagnolo. Trasferitosi in Spagna nel 1862, studiò all'università di Madrid. Fra il 1873-1879 e il 1897-1912 scrisse cinque serie di romanzi storici, complessivamente 46 volumi raccolti sotto il titolo di “Episodi nazionali”, caratterizzati da un'accurata documentazione e una vivace rappresentazione degli avvenimenti. Il romanziere è paragonato spesso a Honoré de Balzac e a Charles Dickens per la capacità di rendere la "commedia umana" della Spagna ottocentesca. Grande interesse ha suscitato la scoperta, fatta nel 1983, del romanzo “Rosalia”, di cui fino ad allora si era ignorata l'esistenza. Da due romanzi di Pérez Galdós, “Nazarín” e “Tristana”, il regista Luís Buñuel trasse i due celebri film omonimi.
Hernan Cortes
 
(Medellín, Estremadura 1485 - Castilleja de la Cuesta 1547), esploratore spagnolo e conquistatore dell'impero azteco nel Messico. Frequentò la facoltà di legge all'Università di Salamanca ma interruppe gli studi nel 1501, deciso a cercar fortuna nel Nuovo Mondo, che raggiunse tre anni dopo, stabilendosi a Santo Domingo. Nel 1511 si unì al conquistador spagnolo Diego Velázquez nella conquista di Cuba e, successivamente, divenne alcalde (cioè sindaco) di Santiago di Cuba. Nel 1518 convinse Velázquez ad affidargli il comando di una spedizione diretta in Messico. Nel febbraio del 1519, il conquistatore lasciò Cuba alla testa di 600 uomini, nonostante l'opposizione di Velázquez, che aveva cambiato idea e non appoggiava più la spedizione. Aveva infatti intuito il progetto di Cortés: una volta stabilitosi nei territori esplorati, avrebbe rifiutato di riconoscere la sua autorità. L’esploratore veleggiò lungo le coste dello Yucatán, sbarcando infine, nella regione di Tabasco, che conquistò facilmente. A Tabasco Cortés fu informato dell'esistenza dell'impero degli aztechi e del loro sovrano Montezuma II. Nel corso del viaggio fece numerosi prigionieri. Tra questi vi era una giovane donna, Malinche (poi battezzata Marina), che divenne la sua compagna, interprete e guida. Alla ricerca di un porto adatto alla flotta, gli spagnoli raggiunsero una località poco lontana da Tabasco, verso ovest, dove fondarono il villaggio di La Villa Rica de la Vera Cruz (l'attuale città di Veracruz). Il “conquistador” istituì un governo indipendente che, scavalcando Velázquez, dichiarò di riconoscere solo l'autorità del re di Spagna. Per evitare che una parte dell'equipaggio disertasse e informasse il suo rivale a Cuba, non esitò a far affondare tutte le navi della spedizione. A questo punto si dedicò alla conquista dell'impero azteco. Falliti i negoziati con gli emissari di Montezuma, che cercavano di impedire l'entrata degli spagnoli nella loro capitale Tenochtitlán iniziò a marciare verso l'entroterra. L'incerta condotta di Montezuma durante la marcia di avvicinamento di Cortés permise agli spagnoli di raggiungere la capitale azteca l'8 novembre 1519 senza incontrare alcuna resistenza. Anzi, gli abitanti della città accolsero Cortés con entusiasmo, ritenendo che si trattasse di Quetzalcoatl, il leggendario dio azteco che sarebbe giunto un giorno a governare il suo popolo e avrebbe avuto la pelle chiara. Lo spagnolo aveva però ragione di ritenere che presto la situazione sarebbe cambiata. Prese dunque in ostaggio Montezuma, lo costrinse a giurare fedeltà all'imperatore Carlo V e gli impose il pagamento di un'enorme quantità di oro e gioielli come riscatto. Nel frattempo Velázquez aveva inviato in Messico una spedizione comandata da Pánfilo de Narváez. Nell'aprile del 1520, Cortés fu informato che Narváez aveva raggiunto la costa messicana. Lasciati 200 uomini in città con Pedro de Alvarado, raggiunse la costa con un piccolo contingente armato che attaccò di notte il campo nemico, catturò Narváez e costrinse la maggior parte dei soldati a unirsi a lui. Nel frattempo, la durezza del regime imposto da Alvarado aveva provocato la ribellione degli aztechi. L’esploratore fu autorizzato dai rivoltosi a raggiungere Alvarado con i suoi soldati, ma subito dopo fu circondato e attaccato. Spinto da Cortés, Montezuma si rivolse al suo popolo tentando di fermarlo, ma fu ferito. Morì tre giorni dopo. Gli spagnoli e i loro alleati furono cacciati dalla città da un gruppo di aztechi comandati dal nipote di Montezuma, Guatimozino, che li inseguì mentre battevano in ritirata. Cortés si ritirò per quasi un anno a Tlaxcala, dove preparò il suo esercito alla campagna della primavera successiva. Nel 1521, il nuovo imperatore Guatimozino fu catturato e Tenochtitlán cadde in mano agli spagnoli. Cortés rase al suolo la città e sulle sue rovine costruì Città di Messico. In seguito fece arrivare numerosi coloni dalla Spagna, e la città divenne presto il principale centro europeo d'America. La popolarità ottenuta da Cortés gli valse nel 1523 il titolo di governatore e capitano generale della Nuova Spagna. Nel frattempo la sua sfrenata ambizione aveva messo in allarme la corte spagnola, che decise di inviare nel Nuovo Mondo una commissione per investigare sulla condotta del governatore. Nel 1528 Cortés ricevette l'ordine di rinunciare al governo del Messico e di ritornare in Spagna. Appellatosi al re, fu nominato marchese della Valle di Oaxaca, nel Nuovo Mondo, e governatore civile del Messico, ma gli fu tolta qualsiasi competenza di carattere militare. Sposò la figlia del conte di Aguilar e, nel 1530, ritornò in Messico, dove scoprì di essere tenuto costantemente sotto controllo dai funzionari del re, proprio mentre la sua popolarità andava progressivamente scemando. Nel 1539 Francisco Vázquez de Coronado fu incaricato di cercare le Sette Città di Cíbola nella zona che Cortés riteneva facesse parte della sua giurisdizione: profondamente amareggiato, tornò in Spagna per protestare presso la corte. Fu ricevuto con grandi onori ma non riuscì a modificare a suo favore la situazione. Nel 1541 finanziò e prese parte alla sfortunata spedizione spagnola ad Algeri che gli costò gran parte della sua fortuna e che si concluse con un naufragio sulle coste africane. Dimenticato dalla corte, Cortés si ritirò in una piccola proprietà nei dintorni di Siviglia, dove visse fino alla morte.
Ignacio Zuloaga y Zabaleta 1870-1945
 
Eibar, 1870 - Madrid, 1945). Nato nei Paesi Baschi e discendente da una famiglia di orafi e armaioli, formò il suo gusto studiando al Prado i grandi spagnoli, da Velasquez a Goya. A vent'anni il primo viaggio a Parigi gli rivelò la grande pittura francese, dal realismo all'impressionismo; la conoscenza diretta di personaggi come Degas, Gauguin o Rodin gli consentì peraltro un rapido aggiornamento sulle tendenze più moderne. I primi successi giunsero con dipinti ispirati alla vita andalusa: personaggi in costumi popolari, realizzati con tinte intense, infiammate dal sole. Questo realismo impreziosito dalla cromia crepitante gli valse una notevole fama come ritrattista, ricercato da una clientela internazionale. Nel monastero medievale di Zumaya, dove aveva installato il suo studio, è oggi il museo a lui dedicato.

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Isabella I La Cattolica 1451 - 1504
 
(Madrigal de las Altas Torres, Avila 1451 - Medina del Campo, Valladolid 1504), regina di Castiglia, figlia di Giovanni II di Castiglia e León e della sua seconda moglie, Isabella del Portogallo. Nel 1469 la principessa Isabella sposò l'erede al trono d'Aragona, il futuro Ferdinando II il Cattolico, e alla morte del fratello Enrico IV, avvenuta nel 1474, ereditò con il marito il trono di Castiglia e León. Tuttavia, la successione di Isabella fu contestata da Alfonso V del Portogallo, che sosteneva i diritti della figlia di Enrico IV, Giovanna la Beltraneja. Alfonso attaccò la Castiglia e il León, ma fu sconfitto dall'esercito castigliano nel 1476. Tre anni dopo Ferdinando salì sul trono d'Aragona e l'unione dei due più importanti regni della penisola gettò le basi della futura grandezza della Spagna. Isabella e Ferdinando, passati alla storia come "i re cattolici", cercarono di completare l'unificazione territoriale della penisola iberica con una politica di unioni dinastiche con gli altri stati cattolici e con la riconquista dei territori occupati dai mori. Ai re cattolici si deve anche il ripristino del vecchio tribunale dell'Inquisizione, istituito per i processi di eresia contro gli albigesi e, sempre nel 1492, l'espulsione dalla Spagna di tutti gli ebrei non convertiti. Fu Isabella II a finanziare nel 1492 l’impresa di Cristoforo Colombo.

Josè Echegaray y Eizaguire 1832 - 1916
 
Nato a Madrid nel 1832, morì in questa città nel 1916. Fu scienziato, uomo politico, ministro, fondatore della Banca di Spagna, scrisse trattati di fisica, di agraria, di chimica e ingegneria. Al teatro diede più di 60 opere. Nel 1903 condivise con Mistral il nobel. I suoi primi drammi sono di ispirazione romanticista; nella ricerca dell'effetto, sfiorano a volte il grottesco come ne “Il gran galeotto” (El gran galeoto, 1881). I drammi più tardi risentono, approssimativamente, della lezione di Ibsen e puntano su valori psicologici, come ne “Il figlio di don Juan” (El hijo de Don Juan, 1892) e ne “ Il pazzo Dio” (El loco Dios, 1900).
Juan Carlos
 
Nato a Roma nel 1938, è re di Spagna dal 1975. Nipote del re Alfonso XIII, figlio del conte di Barcellona Giovanni, della famiglia dei Borbone di Spagna, e di Mercedes, dei Borbone di Napoli, nel 1962 sposò la principessa Sofia di Grecia, figlia del re Paolo I. Nel 1969, il dittatore Francisco Franco, che aveva instaurato un regime fascista dal 1939, lo proclamò suo successore "a titolo di re", e alla morte del generalissimo, nel 1975, Juan Carlos salì sul trono. Con una serie di riforme istituzionali, riuscì a portare gradualmente il paese sulla strada della democrazia, istituendo un governo parlamentare basato su una nuova costituzione, approvata nel 1978. Il primogenito, il principe Felipe, è designato come erede al trono.
Juan Ramòn Jimènez
 
(Moguer, Andalusia 1881 - San Juan de Puerto Rico 1958), poeta spagnolo, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1956. Esiliato dalla Spagna allo scoppio della guerra civile, visse a lungo negli Stati Uniti, a Cuba e a Puerto Rico. La sua poesia, profondamente influenzata da Rubén Darío e dai simbolisti francesi, si distingue per le innovazioni tecniche, le sottili sfumature di tono e ritmo e la tenue liricità. Nei suoi versi Jiménez espresse languida malinconia, meste riflessioni sulla solitudine e la sofferenza, e l'anelito verso la bellezza spirituale. Le principali raccolte delle sue poesie sono: “Anime di violetta”, “Arie tristi”, “Dimenticanze”. L'opera più nota di Jiménez è forse “Platero e io” del 1917, storia di un asinello andaluso, narrata in una prosa delicata che fonde realismo e fantasia.
Leopoldo Alas Clarin
 
Clarín fu il suo pseudonimo. Nato a Zamora (León) nel 1852, visse in prevalenza a Oviedo insegnandovi diritto all'università e svolgendovi una intensa attività critica e giornalistica. Con tutti i suoi scritti Clarín si impose come uno degli interpreti più lucidi della crisi culturale che travagliò la Spagna di fine secolo, lacerata dalle lunghe guerre carliste e aperta a nuove istanze liberali e progressiste. La sua opera di narratore, seguace non sempre ortodosso del naturalismo, si muove in un ambito di acuta riflessione sociale e morale. Si vedano i numerosi racconti, raccolti parzialmente nel volume di Racconti morali (Cuentos morales, 1895), di notevole valore per asprezza di analisi e senso umoristico. Alas morì a Oviedo (Asturias) nel 1901.
Lopez Vincente y Portana 1772 - 1850
 
(Valenza 1772 – Madrid 1850). Pittore spagnolo, si affermò nella ritrattistica e nel genere decorativo. Decorò il palazzo reale d Madrid e il soffitto del cosiddetto “Casino” di Campagna.

Manuel De Falla 1876 - 1946
 
(Cadice 1876 - Alta Gracia, Argentina 1946), compositore spagnolo. Studiò composizione con il musicologo Felipe Pedrell ed insegnò pianoforte a Madrid. Visse a Parigi per poi ritornare in Spagna, dove vi rimase fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando si trasferì in Argentina. De Falla sviluppò uno stile nazionalistico che caratterizzò in modo originale le sue composizioni e la sua musica è caratterizzata dall'influsso dell'impressionismo. Tra le sue composizioni ricordiamo “Notti nei giardini di Spagna”, “La vita breve”, “L'amore stregone
Miguel Cervantes Saavedra 1547 1616
 
(Alcalá de Henares 1547 - Madrid 1616) poeta, scrittore e drammaturgo spagnolo, autore del famoso romanzo “Don Chisciotte” (il titolo completo è “La storia di don Chisciotte della Mancia”), capolavoro della letteratura mondiale e generalmente considerato il primo romanzo moderno. Nel 1568, ancora studente, pubblicò a Madrid numerose poesie in commemorazione della morte della regina Elisabetta di Valois. Nel 1569 si recò a Roma e l'anno seguente entrò al servizio del cardinale Giulio Acquaviva. Poco dopo si arruolò nel reggimento spagnolo a Napoli e nel 1571 combatté contro i turchi nella battaglia di Lepanto, nel corso della quale perse l'uso della mano sinistra. Nel 1575, di ritorno in Spagna, fu catturato da pirati della Barberia, condotto in Algeria come schiavo e trattenuto in vista di un riscatto. Dopo vari, audaci ma anche sfortunati tentativi di fuga, fu alla fine liberato, nel 1580, perché la famiglia e gli amici pagarono il riscatto. Di nuovo in Spagna a trentatré anni, nonostante il servizio prestato in guerra e l'avventura algerina, Cervantes non riuscì a farsi assumere da una famiglia nobile, come normalmente era assicurato ai veterani che si fossero distinti. Fu proprio in questo periodo che cominciò a scrivere; purtroppo molti scritti di quegli anni sono oggi perduti, ma tra i pochi sopravvissuti si ricorda il romanzo pastorale “Galatea” risalente al 1585. Ottenne impieghi governativi legati al rifornimento di merci alla flotta e alla riscossione delle tasse: in quest'ultima mansione il suo operato non fu chiaro, per cui Cervantes venne imprigionato più volte. In prigione concepì l'idea della storia di un uomo che immagina di essere un cavaliere errante protagonista di gesta straordinarie come quelle descritte nei racconti cavallereschi medievali. Una prima parte di questa storia, pubblicata con il titolo “Il fantastico cavaliere don Chisciotte della Mancia”, riscosse un tale successo che nel giro di due settimane dalla pubblicazione ne uscirono a Madrid ben tre edizioni non autorizzate. Nel 1615 uscì la seconda parte del “Don Chisciotte, opera che ebbe un enorme influsso sullo sviluppo della prosa narrativa: fu tradotto in tutte le lingue moderne e pubblicato in circa settecento edizioni. Fu inoltre oggetto di opere in altri campi artistici: da parte del compositore italiano Giovanni Paisiello, del francese Jules Massenet e dello spagnolo Manuel de Falla, del compositore tedesco Richard Strauss che ne trasse un poema sinfonico, del regista tedesco Georg Wilhelm Pabst e del regista sovietico Grigorij Kozincev, che ne trassero due film nel 1933 e nel 1957, del coreografo statunitense di origine russa George Balanchine che ne fece un balletto nel 1965. Il suo tema centrale influenzò anche l'opera degli artisti francesi del XIX secolo Honoré Daumier e Gustave Doré. Famose interpretazioni novecentesche sono quelle di Pablo Picasso e Salvador Dalí.

Pedro Calderòn de la Barca y Henao 1600 - 1681
 
Madrid 1600-1681). Drammaturgo e poeta spagnolo, fu l'ultima grande figura dell'Età dell'Oro (il cosiddetto Siglo de Oro) della letteratura spagnola. Frequentò il Collegio Imperiale della Compagnia di Gesù a Madrid e l‘università di Salamanca. Iniziò a scrivere a ventitré anni e il suo talento gli venne immediatamente riconosciuto, al punto che, dopo la morte dello scrittore teatrale Lope de Vega nel 1635, il giovane Calderón venne riconosciuto come il massimo autore drammatico dell'epoca. Nel 1636 suo fratello José curò il primo dei suoi nove volumi (Partes) di drammi contenente il suo capolavoro: “La vita è sogno” risalente al 1635. Nel 1636 il re Filippo IV, che aveva commissionato a Calderón la stesura di una serie di drammi per il teatro reale, lo nominò Cavaliere dell'Ordine di Santiago. Il drammaturgo prese residenza come prebendario nella Cattedrale di Toledo nel 1653, e fu ordinato cappellano onorario del re nel 1666. Da allora si dedicò principalmente a scrivere autos sacramentales, atti unici che sottolineavano gli aspetti morali della vita e drammatizzavano in modo originale i misteri dell'Eucaristia. Calderón scrisse circa 120 opere d'argomento sacro o profano: alcune rielaborano materiale storico o leggendario, altri sono drammi di intrighi, altri ancora sono a sfondo coniugale.
Rosalia de Castro 1837-1885
 
Fu battezzata con il nome di Maria Rosalia Rita. Hija de madre soltera (María Teresa de la Cruz de Castro), perteneciente a la baja nobleza gallega, tradicionalmente se ha venido sosteniendo que su padre fue el sacerdote José Martínez Viojo, si bien no existe ninguna prueba documental acerca de la paternidad de éste. La figlia di madre single (Maria Teresa de la Cruz de Castro), appartenente alla piccola nobiltà della Galizia, tradizionalmente ha sostenuto che suo padre era il sacerdote José Martínez Viojo, anche se non vi è alcuna prova documentale circa la paternità di esso.




Rosalía nunca disfrutó de una buena salud, estuvo luchando siempre con la enfermedad ya menudo con cierta penuria. Rosalie non hanno mai goduto di buona salute, è stato sempre in lotta con la malattia e spesso con qualche difficoltà. En sus obras puede apreciarse su gran personalidad, su carácter recio y una profunda empatía con los desvalidos (en concreto, con la emigración de los campesinos gallegos). Le sue opere può essere visto nella sua grande personalità, carattere forte e una profonda empatia con i più deboli (in particolare, con l'emigrazione dei contadini della Galizia).

Murió de cáncer a los cuarenta y ocho años y medio en su casa de Padrón , que hoy es un museo. Morì di cancro a quarantotto anni e mezzo a casa nel censimento, che è ora un museo. A pesar de que pidió que sus restos descansaran en su cantado cementerio de Adina, en Iria Flavia , en 1891 su cuerpo fue exhumado y trasladado al Panteón de Galegos Ilustres en la Iglesia de Santo Domingo de Bonaval (Santiago de Compostela), donde actualmente se encuentra. Anche se ha chiesto che le sue spoglie riposano nella cimitero di cantato Adina in Iria Flavia, nel 1891 il suo corpo è stato riesumato e trasferito al Pantheon di Galegos illustri nella Chiesa di Santo Domingo de Bonaval (Santiago de Compostela), dove attualmente trovato.
San Isidoro di Siviglia 560 - 636
 
(Siviglia 560 ca. - 636 ca.), teologo, arcivescovo e storico spagnolo,oltre che santo. Studiò in monastero sotto la guida del fratello, Leandro, a cui succedette come arcivescovo di Siviglia. Contribuì a unificare la Chiesa spagnola convertendo dall'arianesimo all'ortodossia cristiana i visigoti, che avevano completato la conquista della Spagna nel V secolo. Presiedette anche numerosi concili, tra i quali il quarto concilio nazionale di Toledo del 633. Nella sua opera più importante, “Etymologiae”, cercò di riassumere tutto il sapere del tempo. Composta di venti libri, divenne il testo di riferimento adottato dagli studenti per tutto il Medioevo. Tra le altre opere di Isidoro si annoverano trattati di teologia, linguistica, storia e commenti alle Scritture.

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