Fino all'inizio
del XX secolo la Giordania faceva parte
della Palestina, parte della quale costituisce
oggi lo stato di Israele. Questa zona
è la patria di una delle più
antiche civiltà del mondo: reperti
archeologici provenienti dalla sponda
occidentale del fiume Giordano risalgono
all'incirca al 9000 a.C. A partire dal
3000 a.C. la zona fu abitata dai cananei
e dagli amorriti, e dopo di loro dagli
eserciti di Sargon, re della Mesopotamia.
Intorno al 1800 a.C. Abramo condusse
un gruppo di nomadi dalla Mesopotamia
e si stabilì nelle montagne di
Canaan (che pressappoco corrispondono
all'attuale Israele). Intorno al 1020
a.C. Saul assunse la guida del regno
di Israele, seguito da Davide, che conquistò
Gerusalemme e ne fece la capitale. L'indomabile
impero romano conquistò Israele
nel 63 a.C. e lo pose sotto il controllo
di una serie di consoli, tra cui Erode
e Ponzio Pilato. Questo è il
periodo in cui si pensa che sia vissuto
Gesù e abbia predicato in Israele.
La crescente follia dell'impero ai tempi
del governo di Caligola scatenò
una serie di rivolte da parte degli
ebrei che durarono anni, ma alla fine
furono domate quando Gerusalemme fu
completamente distrutta e decretata
la provincia di Palestina. Questa sconfitta
segnò la fine dello stato israelitico
e l'inizio della 'diaspora', la dispersione
del popolo ebraico.
Nel 331 d.C. l'imperatore Costantino
si convertì al cristianesimo
e diede la propria approvazione ufficiale
alla religione, la cui professione precedentemente
era stata illegale. La Terra Santa divenne
luogo di pellegrinaggi e si assistette
a una fioritura di edifici, tra cui
le chiese del Santo Sepolcro e della
Natività, sorti per segnalare
i luoghi di importanza religiosa. Ma
il controllo dei cristiani sul territorio
non era destinato a durare a lungo:
nel 638 d.C. Gerusalemme cadde nelle
mani del califfo Omar e fu dichiarata
Città Santa dell'Islam con la
motivazione che il profeta Maometto
era asceso al paradiso dalla cima del
Monte del Tempio. I cristiani di tutto
il mondo reagirono a questa profanazione,
e nel 1099 riuscirono a mettere insieme
un esercito irregolare e a occupare
Gerusalemme, uccidendo chiunque passasse
per le loro mani e dando avvio a quasi
un secolo di dominazione cristiana.
Ma nel 1187 i musulmani ebbero di nuovo
la meglio: dopo decenni di controversie
tra cristiani e musulmani, i mamelucchi
islamici si aggiudicarono l'ultima roccaforte
dei crociati nel 1291.I successivi 500
anni furono tra i più tranquilli
che Israele abbia mai vissuto. Gli imperi
nacquero e caddero, e il controllo del
paese passò di mano con monotona
regolarità fino ad arrivare a
una certa pace sotto l'impero ottomano.
Buona parte del deserto giordano rimase
al di fuori di tutti questi cambiamenti
e restò una roccaforte beduina.
Quando l'impero ottomano si disgregò
dopo la prima guerra mondiale, la Gran
Bretagna prese il controllo della Palestina
e creò lo stato della Transgiordania,
sotto il comando del re Abdullah.Nel
1948 gli arabi e gli ebrei si dichiararono
guerra l'un l'altro: mentre erano tutti
distratti, la Transgiordania si assicurò
l'intera Cisgiordania e una parte di
Gerusalemme, e cambiò il proprio
nome in Giordania. Nel 1953 salì
al trono re Hussein e la Giordania entrò
in un periodo di crescita economica,
con un incremento del turismo e numerosi
aiuti provenienti dagli Stati Uniti.
La guerra dei sei giorni del 1967 compromise
gravemente lo sviluppo della nascente
industria turistica; in quell'occasione,
infatti, Israele si riprese la Cisgiordania
e la sua parte di Gerusalemme. In sei
giorni la Giordania aveva perso una
miniera d'oro e terreni coltivabili,
rimpiazzati però da alcune migliaia
di profughi palestinesi che arrivarono
a frotte dai territori occupati. Negli
anni '70 l'OLP minacciò il potere
di re Hussein: ebbe inizio una sanguinosa
guerra intestina finita quando la maggior
parte dei contestatori furono costretti
a spostarsi in Libano.Nel 1994 Giordania
e Israele hanno firmato un trattato
di pace che prevedeva l'abbattimento
delle barriere economiche esistenti
e la cooperazione nel campo della sicurezza
e delle risorse idriche. Questo ha sollevato
preoccupazioni tra i palestinesi, che
avrebbero dovuto essere allontanati
dalla regione, mentre Israele e Giordania
si sarebbero divisi il bottino. Allo
stesso tempo la Giordania ha rinforzato
i propri rapporti con Yasser Arafat,
la massima autorità palestinese,
e ha lavorato per raggiungere degli
accordi con lui. In tempi recenti la
Giordania ha anche riallacciato i rapporti,
interrotti durante la guerra del Golfo
del 1991, con il Kuwait e l'Arabia Saudita.
Re Hussein aveva cominciato a condurre
il paese verso la democrazia dopo la
vittoria alle elezioni del Fronte di
Azione Islamica (con i suoi collegamenti
con la Fratellanza Araba e la politica
fondamentalista), ma la sua morte nel
febbraio del 1999 ha lasciato molta
incertezza per il futuro. Il re aveva
nominato come suo successore al trono
il figlio maggiore, il principe 'Abd
Allah ibn al-Husayn (Abdullah), solo
poche settimane prima di morire, benché
la costituzione prevedesse che entrambi
i genitori del re dovessero essere arabi
e musulmani per nascita (la madre di
Abdullah era una cittadina britannica
che aveva abbracciato la fede islamica
prima delle nozze con re Hussein).Re
'Abd Allah II ibn al-Husayn (in occidente
noto come re Abdullah II), il monarca
che chiacchiera con i suoi sudditi in
incognito, raccoglie crescenti consensi
dalla comunità internazionale
così come dalla maggior parte
dei giordani, inclusa l'ampia e influente
comunità palestinese che ha accolto
molto favorevolmente il suo matrimonio
con una palestinese. Egli afferma di
voler continuare la missione intrapresa
dal padre di contribuire a stabilizzare
la regione, lavorando sul piano interno
per un governo più democratico,
una stampa più libera e una maggiore
eguaglianza per le donne.Il 18 luglio
2002, i ministri degli esteri di Egitto,
Arabia Saudita e Giordania hanno incontrato
a Washington il presidente Bush, presentando
un loro piano dettagliato sul Medio
Oriente che auspicava la nascita di
uno stato palestinese a partirte dal
gennaio 2003, una costituzione scritta,
un Parlamento eletto e un primo ministro.
Tuttavia, venendo a mancare la necessaria
condizione del cessate il fuoco tra
israeliani e palestinesi, qualsiasi
piano di pace resta inapplicabile.Durante
il conflitto iracheno, la posizione
della Giordania è stata molto
delicata perché essa importa
la maggior parte del petrolio dall'Iraq,
sul suo territorio vivono cinque milioni
di palestinesi e molti di loro sono
stati sostenitori di Saddam, è
uno dei pochi paesi arabi a intrattenere
relazioni diplomatiche con Israele.
Sul suo territorio, inoltre, sono stati
dislocati tra i cinquemila e i settemila
soldati anglo-americani per creare un
fitto cordone lungo i 113 chilometri
del confine tra la Giordania e l'Iraq
a scopo difensivo. Ad Amman diecimila
persone hanno manifestato contro la
guerra.Il 17 giugno 2003 si sono svolte
le prime elezioni parlamentari del regno
di Abdullah II. Tra i centodieci deputati
vi sono sei donne alle quali, per la
prima volta nella storia del paese,
è assegnata una quota in Parlamento.Un
furgone pieno di esplosivo, colpito
da un missile, è saltato in aria
davanti all'ambasciata di Giordania
a Baghdad uccidendo undici persone e
ferendone sessantacinque. La strage
è stata seguita da un assalto
all'ambasciata con la bandiera giordana
data alle fiamme insieme ai ritratti
del re e di suo padre Hussein, mentre
venivano urlati slogan contro l'alleato
degli Stati Uniti.Re Abdullah si è
dichiarato pronto a sostenere una successione
ai vertici di Al Fatah e dell'Autorità
palestinese.
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