L’arcipelago di Capo Verde fu scoperto nel 1456 da Cadamosto e fu con l’arrivo degli europei che divenne un possedimento ambito e di rilievo economico. Rivendicate e colonizzate dal Portogallo nel 1460, le isole furono dichiarate possedimento della Corona portoghese nel 1495. Capo Verde raggiunse una discreta prosperità economica nel XVI e XVII secolo tanto da attirare pirati e conquistatori stranieri. L’abolizione definitiva della tratta degli schiavi portò a una rapida decadenza delle isole e a un’emigrazione di massa verso gli Stati Uniti e le altre colonie portoghesi. Negli anni Quaranta del XX secolo Capo Verde conobbe uno dei periodo più bui della sua storia. Le ripetute carestie, la salita al potere di una dittatura militare in Portogallo, il blocco delle emigrazioni verso Stati Uniti ed Europa impedirono al paese qualsiasi forma di autonomia e crescita. Come altri possedimenti portoghesi in Africa, nel 1951 le isole furono designate come provincia d'oltremare, acquisendo una maggiore autonomia. Dopo il colpo di stato che abbatté la dittatura in Portogallo, le isole ottennero l'indipendenza nel 1975, costituendo un unico paese con la Guinea-Bissau, sotto la guida di Luíz Cabral. Le riforme entrate in vigore negli anni Novanta hanno consentito lo svolgimento di libere elezioni, che hanno portato al governo il Movimento para a democracia (MPD).

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