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Quando gli uomini vivevano riuniti in piccoli gruppi, ognuno di loro era capace di svolgere tutte le attività necessarie alla sopravvivenza e quindi gli incontri e lo scambio di informazioni e tecnologie con i loro vicini, sparsi sull'intera terra, avvenivano casualmente solo in seguito al percorso di itinerari obbligati , sulle orme degli animali da cacciare. La diversificazione delle attività e lo scambio all'interno del gruppo si presentarono come necessari solo quando i gruppi cominciarono a stanziarsi e l'agricoltura sostituì la caccia . Ben presto gli scambi oltrepassarono i confini del villaggio, favoriti dal passaggio di gruppi ancora nomadi, che potremmo chiamare i "primi mercanti" della storia, preziosi elementi di collegamento fra i vari villaggi.
Man mano gli incontri divennero appuntamenti a scadenze fisse e in luoghi precisi: nascerà così il mercato .
Tuttavia neppure al mercato era scontato che gli interessi di tutti venissero soddisfatti e coincidessero dal momento che era difficile stabilire il valore delle singole merci barattate. Inoltre, non sempre l'uomo, che aveva bisogno di un determinato utensile, si imbatteva in un altro uomo che lo possedeva e che era disposto ad accettare ciò che il primo gli proponeva come merce di scambio. Nasceva, quindi, il bisogno di stabilire una terza merce da scambiare con tutte le altre, l'antenata della moneta, presente o in natura (il sale, i metalli, le conchiglie, i denti di animali) o prodotta dall'uomo (le asce di pietra, le lame di metallo, il tabacco).
Quasi tutte le civiltà usarono i metalli come moneta, poiché rivestivano meglio delle altre materie questo ruolo e perché erano difficilmente soggette a deterioramento e a manipolazione. Sin dall'inizio si stabilì una scala gerarchica tra i metalli: l'oro fu da sempre il simbolo dell'estrema ricchezza ma anche della divinità, del potere e della sovranità. Probabilmente questo perché è raro e quindi prezioso, è facile da lavorare perché malleabile e duttile, è uno dei primi metalli che l'uomo ha conosciuto trovandolo sottoforma di "pepite" mescolato alla sabbia dei fiumi o delle caverne, e infine perché appare in natura giallo e lucente e quindi rievoca lo splendore del sole, dio venerato già dall'uomo preistorico. Nelle varie civiltà vi fu sempre un accostamento tra gli dei che personificavano il sole e l'oro, materiale con cui venivano elaborate le stesse statue che li simboleggiavano e di cui erano fatti i gioielli e gli oggetti più preziosi, destinati ai re e ai faraoni che rispettivamente rappresentavano gli dei e incarnavano il dio sole sulla terra.
Cosa dire, poi, delle leggende e dei miti caratterizzati dalla presenza di questo pregiatissimo minerale? Il pomo d'oro, nell'Iliade, scatena la guerra tra Troiani e Greci. La ricerca del Vello d'oro, il mantello di un montone custodito da un drago, mosse Giasone insieme a cinquanta compagni verso la lontana terra di Colchide. Il re Mida riceve da Dioniso il potere di mutare tutto quello che toccava in oro, trasformazione che impegnò maghi e alchimisti nel cercarne la formula inseguendo invano il miraggio della pietra filosofale, mitico elemento di conversione.
La moneta d'oro insieme a quella d'argento venivano impiegate per pagare grosse quantità di merci di alto valore, il rame e il bronzo vennero riservati ai piccoli commerci mentre il ferro e lo stagno circolarono come monete per poco tempo e in pochi paesi. Le monete non hanno avuto sempre lo stesso aspetto. Le prime erano semplici barre di metallo pesanti e poco maneggevoli, differenti tra loro per peso e forma. Intorno al 2000 a.C. in Assiria, in Cappadocia e in Cina su queste barre venne impresso una stampa che corrispondeva al valore della moneta, per far fronte alle difficoltà in cui incorrevano i clienti e i mercanti nello stabilire ogni volta il valore della moneta stessa.
La moneta divenne piatta, circolare e recò impresso il simbolo del sovrano che ne garantiva il valore, per la prima volta, in Lidia nel VII secolo a.C. presso il re Gige. Questo ultimo per soddisfare l'esigenza sempre più viva di precisione e di praticità fece coniare una moneta in "Electrum", lega d'oro e d'argento, su cui vi era raffigurata una volpe, divinità protettrice del suo paese.
La moneta però non si diffuse in questa veste contemporaneamente e in ogni paese: l'evoluzione della forma della moneta si ebbe nei vari luoghi in tempi e modi diversi cosicché poteva capitare che in alcuni posti si continuassero ad utilizzare le pesantissime barre di metallo. Infatti prendendo in considerazione l'Italia, mentre nel Meridione, luogo in cui fiorivano le colonie greche, circolavano tra il VII e il VI secolo a.C. le "Dracme", monete d'argento apparse in Grecia intorno al 650 a.C., più a nord, dove Roma era ancora agli albori della sua storia, gli scambi avvenivano ancora con le barre di metallo, dette "Aes Rude" . Solo tra il IV e il I secolo comparve a Roma l' "Aes Grave", una moneta bronzea e circolare che pesava all'incirca una libbra (300gr) e man mano che la potenza di Roma andava crescendo si diffusero,nel II secolo, anche le prime monete d'argento, il "Denario" e il "Sesterzio"e sotto Giulio Cesare, nel I secolo a.C., divennero di uso comune gli "Aurei", monete esclusivamente in oro. |
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