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I personaggi del "Italia"
Alessandro Manzoni
 
 
(Milano 1785-1873), scrittore italiano. Era figlio del conte Pietro Manzoni e di Giulia Beccaria, figlia del grande giurista Cesare Beccaria, la quale nel 1782 si separò dal marito per poi stabilirsi a Parigi con Carlo Imbonati. Manzoni studiò presso i padri somaschi e i padri barnabiti e si avvicinò al pensiero degli illuministi ed era di idee giacobine e anticlericali. Nel 1805, poco dopo la morte di Carlo Imbonati, si recò anch'egli a Parigi, dove scrisse e pubblicò il carme In morte di Carlo Imbonati . A Parigi rimase fino al 1810 e si accostò all'ambiente degli ideologi, acquisendo da loro abitudini mentali quali la chiarezza e il rigore del ragionamento insieme a una propensione per l'analisi psicologica, che sarebbero rimaste sue per tutta la vita. Nel 1808 Manzoni sposò con rito calvinista la ginevrina sedicenne Enrichetta Blondel, la cui fede aveva indotto Alessandro ad approfondire il problema religioso. Il 1810 segna il definitivo approdo della famiglia Manzoni al cattolicesimo: Enrichetta abiurò il calvinismo e Alessandro abbandonò le posizioni deiste per aderire pubblicamente alla religione cattolica. La conversione religiosa si ripercosse anche nelle scelte letterarie: Manzoni abbandonò gli schemi neoclassici e cercò altre strade espressive, a cominciare dalla prima opera successiva alla conversione, gli Inni sacri. Manzoni si cimentò anche nella lirica civile. Ricordiamo Marzo 1821 e Il cinque maggio. La scrittura lirica e quella tragica si erano rivelate troppo condizionate dalla tradizione e incapaci di offrire una scrittura "popolare", secondo le ambizioni romantiche, e di catturare un pubblico "nazionale". Da qui la scelta di un genere letterario romantico pubblico, e la lunga costruzione di una prosa di tono medio e di ambizione nazionale. A ciò contribuì anche la suggestione dei romanzi di Walter Scott e la lettura dell'Historia patria del Ripamonti. La storia della costruzione dell'unico romanzo di Manzoni si protrasse per più di un ventennio. La prima redazione era intitolata Fermo e Lucia; subito dopo l'autore passò a una ristrutturazione del materiale e, attraverso il titolo provvisorio di Sposi promessi, arrivò al titolo definitivo, I promessi sposi, e alla prima edizione a stampa realizzata tra il 1825 e il 1827. Subito dopo progettò una revisione sostanzialmente linguistica del romanzo, per eliminare i troppi lombardismi o francesismi e per dare un orizzonte nazionale al suo testo, orientandosi sulla lingua "viva", cioè parlata dai ceti colti della Toscana contemporanea. Per questo si recò a Firenze nel 1827 allo scopo di "risciacquare i panni in Arno". La sua vita fu segnata da grandi dolori: la morte di Enrichetta, della seconda moglie Teresa Borri e di ben otto dei dieci figli. Per la sua morte Giuseppe Verdi compose la Messa da requiem. 
Alessandro Volta 1745 - 1827
 
Como 1745-1827), fisico italiano, da cui prese il nome l'unità di misura della differenza di potenziale elettrico, il volt. Di nobile famiglia, Volta ricevette un'educazione umanistica, ma cominciò sin dalla prima giovinezza a mostrare interesse per le materie scientifiche. Nel 1774 divenne professore di fisica alla Scuola Reale di Como e l'anno seguente progettò l'elettroforo. Negli anni seguenti si dedicò alla chimica, studiando l'elettricità nell'atmosfera e conducendo esperimenti per provocare l'accensione dei gas mediante una scintilla elettrica contenuta in un recipiente chiuso. Volta inoltre si dedicò allo studio dei gas, identificando il metano, ma nel contempo proseguì le sue ricerche sull'elettricità introducendo la nozione di "tensione elettrica". Nel corso di una disputa sull'origine dei fenomeni elettrici intrattenuta con l'abate Luigi Galvani, lo scienziato mise a punto la cosiddetta "pila di Volta", una sorta di antenata della batteria elettrica, composta di una serie di piastre di ferro e zinco alternate con pezzi di stoffa imbevuti di una soluzione salina, che produceva un flusso di elettricità costante. In onore delle sue ricerche nel campo dell'elettricità, Napoleone lo nominò conte nel 1801. 
Caravaggio
 
Soprannome di Michelangelo Merisi (Caravaggio o Milano 1571 ca. - Porto Ercole 1610), pittore italiano, maestro della pittura naturalista del XVII secolo. Caravaggio è artista famoso in tutto il mondo per la straordinaria capacità di costruire la composizione attraverso la luce e l'ombra: principalmente al chiaroscuro e ai contrasti di colore è affidato infatti il ruolo di indagare e modellare ogni cosa – gesti, movimenti, atteggiamenti – sottolineando l'intima drammaticità del reale. Nato probabilmente a Caravaggio (da cui il soprannome), Michelangelo Merisi iniziò l'apprendistato undicenne, a Milano, presso la scuola di Simone Peterzano. Arrivato a Roma verso il 1592, lavorò dapprima presso un pittore siciliano di "opere grossolane" e in seguito nella bottega del Cavalier d'Arpino. Fu così introdotto negli ambienti più colti e nobili della città, nei quali si coltivava la passione per le arti, la musica e la letteratura. Nei quadri del periodo giovanile l'arte di Caravaggio si esprime in composizioni fortemente simboliche e allusive, che attraverso la malinconica sensualità dei soggetti evocano uno struggente senso dell'effimero o un drammatico sentimento religioso. I fiori e le nature morte, i particolari dei vasi di vetro, dei capelli e delle unghie sono resi con una precisione minuziosa e con un'attenzione tecnica pari a quella riservata alle figure, molto espressive. Caravaggio non usava mai disegni preparatori, ma dipingeva dal vero prendendo come modelli persone spesso scelte tra il popolo: la natura era la sua privilegiata fonte di esperienza. Di qui l'eccezionale resa delle luci, delle ombre e dei riflessi, che descrivono ogni particolare della fisionomia, ogni espressione, ogni singolo gesto delle figure rappresentate. Intorno al 1596, quando andò a vivere presso il cardinale Del Monte, suo profondo ammiratore e collezionista, Caravaggio diede vita a quadri più complessi, nei quali ancora più esplicitamente viene indagata la psicologia dei personaggi. Se sul versante professionale e artistico la fortuna sembrava ormai arridere al Caravaggio, la vita privata dell'artista era invece decisamente turbolenta, segnata da una sequela di risse, arresti e rilasci su garanzie di personaggi altolocati. Infine, a seguito dell'omicidio di un avversario al gioco della pallacorda, Caravaggio fu condannato a morte. Rifugiatosi a Napoli, Caravaggio dipinse nel 1607 le Sette opere di misericordia (chiesa del Pio Monte della Misericordia, Napoli) e la Flagellazione di Cristo (chiesa di San Domenico Maggiore, Napoli). Verso il 1608 fu a Malta. Tornato in Italia, fu rinchiuso nel castello di Sant'Angelo a Roma, ma fuggì a Siracusa, da dove poi si recò a Messina, a Palermo e poi di nuovo a Napoli, dove fu aggredito e gravemente ferito da alcuni sicari. Mentre a Roma il cardinale Gonzaga tentava di ottenere per lui la grazia, Caravaggio fu incarcerato a Porto Ercole. Tornato finalmente in libertà, il pittore morì poco dopo per una "febbre maligna". Tra le sue opere più importanti ricordiamo: Bacchino malato, Canestro di frutta, Vocazione di San Matteo, Caduta di Saulo.
Cristoforo Colombo 1451 - 1506
 
Cristoforo Colombo
 
(Genova 1451 - Valladolid 1506), navigatore italiano, noto anche con la versione spagnola del nome, Cristóbal Colón. La sua origine italiana è stata variamente contestata, ma sono numerose e attendibili le testimonianze documentarie che la comprovano. Deve la sua fama alla scoperta del continente americano. Si stabilì a Lisbona, dove viveva il fratello Bartolomeo. Basandosi sulle informazioni raccolte nel corso dei suoi viaggi e sullo studio delle carte nautiche di cui disponeva, Colombo si convinse che la Terra fosse almeno del 25% più piccola di quanto all'epoca si riteneva, e che fosse occupata per la maggior parte da terre emerse. Sulla base di queste erronee considerazioni, Colombo ritenne con sicurezza di poter raggiungere rapidamente l'Asia navigando verso occidente. Nel 1484 sottopose la sua teoria al re del Portogallo Giovanni II, che però rifiutò di finanziare la spedizione proposta dal genovese. Colombo si trasferì quindi in Spagna, dove Ferdinando II e Isabella accettarono di finanziare la sua spedizione. La spedizione era composta dalla Santa María, la Pinta e la Niña che lasciarono il porto spagnolo di Palos il 3 agosto del 1492. Il lungo viaggio fu difficile e proprio quando ormai si stavano perdendo le speranze, all'alba del 12 ottobre 1492, la spedizione sbarcò a Guanahaní, un'isola delle Bahamas. Colombo prese possesso dell'isola, che ribattezzò San Salvador (studi recenti sostengono invece che il teatro del primo sbarco sia stato in realtà la piccola isola di Samana Cay). Nelle settimane successive le tre navi approdarono nell'attuale Cuba, che Colombo chiamò Juana, e a Hispaniola. La Santa María fece naufragio al largo di Hispaniola. La Niña, comandata da Colombo, e la Pinta iniziarono il viaggio di ritorno per raggiungere la Spagna. L'accoglienza dei monarchi fu entusiastica. La seconda spedizione di Colombo lasciò la Spagna nel settembre del 1493. Nel corso del viaggio Colombo sbarcò nelle isole di Dominica, Guadalupa e Antigua e gettò l'ancora di fronte a Hispaniola. Tutti i suoi uomini erano stati uccisi. Nelle vicinanze dell'odierno Capo Isabella, oggi nella Repubblica Dominicana, fondò la Colonia di Isabella, che fu il primo insediamento permanente europeo nel Nuovo Mondo. Lasciata la colonia nel 1494, Colombo fece dei rilevamenti lungo la costa di Cuba. Quando Colombo ritornò nella Colonia di Isabella fu costretto ad affrontare gli indigeni che sottomise con le armi e molti di loro furono inviati in Spagna come schiavi. Nell'ottobre del 1495 giunse nella Colonia di Isabella una commissione d'inchiesta inviata dai monarchi spagnoli. Le critiche mosse contro la gestione della colonia spinsero il genovese a fondare una nuova capitale, che chiamò Santo Domingo. Presentatosi direttamente a Ferdinando e Isabella, fu scagionato dalle accuse più gravi. I sovrani gli promisero che avrebbero finanziato una sua nuova spedizione. Colombo partì per il suo terzo viaggio il 30 maggio del 1498. Nel frattempo i suoi nemici in Spagna erano riusciti a convincere Ferdinando e Isabella che Hispaniola aveva bisogno di un nuovo governatore. Nel maggio del 1499 Colombo fu rimosso dal suo incarico e sostituito da Francisco de Bobadilla. Il primo atto del nuovo governatore fu l'arresto e la deportazione in Spagna di Colombo e del fratello Bartolomeo. Giunto di fronte ai due regnanti, Colombo insistette perché la regina in persona gli togliesse le catene. Isabella liberò e perdonò i due fratelli, li premiò per le loro scoperte, ma non acconsentì a rimetterli al comando della colonia. A questo punto Colombo ottenne nuovamente il sostegno della regina per compiere una nuova spedizione alla ricerca di un passaggio che, era convinto, lo avrebbe condotto questa volta in Asia. Gli furono concesse soltanto quattro caravelle, per giunta in pessime condizioni, e gli fu proibito di fare scalo a Hispaniola. La spedizione salpò da Cadice nel maggio del 1502. Al termine della traversata dell'Atlantico, completata in soli 21 giorni, le navi avevano urgente bisogno di riparazioni. Colombo gettò l'ancora alla fonda di Santo Domingo dove, nonostante l'imminente arrivo di un uragano, gli fu negato l'accesso al porto. La fortuna lo aiutò un'altra volta: la tempesta che seguì risparmiò Colombo ma distrusse quasi completamente la flotta che riportava in patria alcuni dei suoi peggiori nemici, tra i quali lo stesso Bobadilla. L'unica nave superstite fu quella che trasportava l'oro che spettava a Colombo. Dopo aver completato le riparazioni necessarie, il genovese navigò nelle acque antistanti l'Honduras da dove cercò verso sud il passaggio che non avrebbe mai trovato. Colombo inviò a Hispaniola una richiesta d’aiuto, ma i soccorsi sarebbero arrivati solo un anno dopo, con un ritardo voluto intenzionalmente dal governatore Ovando. I superstiti della spedizione furono imbarcati il 28 giugno 1504 alla volta di Santo Domingo da dove, poi, raggiunsero la Spagna. Dopo quel giorno Colombo non avrebbe mai più navigato. Gli ultimi mesi della sua vita furono segnati dalla malattia e dai fallimentari tentativi di farsi restituire da re Ferdinando i privilegi di un tempo. Il grande navigatore morì il 20 maggio del 1506 a Valladolid. Le sue spoglie furono prima sepolte a Siviglia, poi trasferite a Santo Domingo, e in seguito all'Avana, a Cuba. Nel 1899 furono riportate definitivamente a Siviglia.
Galileo Galilei
 
(Pisa 1564 - Arcetri, Firenze 1642), fisico, astronomo e filosofo italiano; insieme all'astronomo tedesco Keplero, è considerato uno dei fondatori della rivoluzione scientifica del XVII secolo, culminata nell'opera di Isaac Newton. Il disaccordo con l'autorità ecclesiastica, in seguito alla sua adesione alle tesi copernicane, l'obbligo di abiurare e la condanna che ne seguì hanno fatto di Galileo il simbolo della difesa del diritto della scienza a "ricercare" la verità, rifiutando qualsiasi limitazione da parte delle autorità. Figlio del musicista Vincenzo, Galileo ricevette la prima formazione culturale presso i monaci di Vallombrosa; nel 1580 si iscrisse alla facoltà di medicina dell'Università di Pisa, ma il maturare di nuovi interessi per la filosofia e la matematica lo spinse ad abbandonare gli studi intrapresi e a dedicarsi a queste discipline. Nel 1589 divenne professore di matematica a Pisa, dove iniziò la critica del pensiero aristotelico: si dice che per dimostrare ai suoi allievi l'errore del filosofo greco, secondo il quale la velocità di caduta di un corpo era proporzionale al suo peso, egli abbia lasciato cadere contemporaneamente due oggetti di peso diverso dalla Torre pendente. Nel 1592 ottenne la cattedra di matematica all'Università di Padova. Nell'ambiente stimolante della città, Galileo inventò un "compasso" geometrico-militare per calcolare la soluzione di problemi balistici, e realizzò numerosi esperimenti che lo condussero alla scoperta delle leggi che regolano la caduta libera dei gravi; studiò il moto dei pendoli e alcuni problemi di meccanica. Per quanto riguarda l'astronomia, egli dichiarò la sua adesione alla teoria copernicana e, in contrapposizione alla concezione geostatica del cosmo elaborata da Tolomeo, addusse una teoria delle maree che assumeva il movimento della Terra. L'invenzione del cannocchiale, nel 1609, rappresentò una svolta nella sua attività scientifica: perfezionò lo strumento e lo utilizzò per precise osservazioni astronomiche, che culminarono nella scoperta di montagne e crateri sulla Luna, della Via Lattea come ammasso di stelle e dei quattro maggiori satelliti di Giove. Pubblicò le sue scoperte nel marzo 1610 con il Sidereus Nuncius. La fama che ne trasse gli procurò il posto di matematico e filosofo di corte a Firenze, dove, libero dagli impegni dell'insegnamento, si dedicò alla ricerca e alla stesura delle sue opere. All'inizio del 1616, i libri di Copernico furono sottoposti a censura per editto e il cardinale gesuita Roberto Bellarmino intimò a Galileo di ripudiare la teoria sul moto della Terra. Galileo restò in silenzio per anni, lavorando a un metodo per determinare le longitudini sul mare in base alla posizione – da lui prevista – dei satelliti di Giove e riprendendo gli studi precedenti sulla caduta dei corpi. Nel 1624 mise mano a un'opera che voleva chiamare Dialogo sulle maree. Nel 1630 il libro ricevette il visto per la stampa dai censori della Chiesa di Roma e fu pubblicato due anni dopo a Firenze con il titolo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Nonostante l'opera avesse ricevuto due visti ufficiali, Galileo venne convocato a Roma dall'Inquisizione, che lo processò per "grave sospetto di eresia". Galileo fu costretto ad abiurare, e venne condannato al carcere a vita (pena che fu rapidamente commutata negli arresti domiciliari permanenti ad Arcetri). Intorno al 1870, con la pubblicazione completa dei documenti del processo a Galileo, l'intera responsabilità della condanna dello scienziato fu attribuita alla Chiesa. Un'indagine sulla condanna dell'astronomo, con la richiesta di cancellarla, fu ordinata nel 1979 da papa Giovanni Paolo II e si concluse nell'ottobre del 1992 con il riconoscimento, da parte della commissione papale, dell'errore del Vaticano.
Gian Lorenzo bernini
 
(Napoli 1598 - Roma 1680), architetto, scultore, pittore, scenografo e autore di teatro, fu la personalità artistica dominante del barocco italiano. Mise la sua eccezionale abilità tecnica al servizio di una grande fantasia e rinnovò la tipologia del ritratto e del busto marmoreo, della fontana e del monumento funebre. Figlio dello scultore manierista Pietro Bernini, Gian Lorenzo fu artista precoce. Dopo le prime prove ancora immature, dimostrò di saper fondere in una elaborazione stilisticamente coerente l'arte dei maestri del Cinquecento e la cultura ellenistica. A differenza di quanto accadeva in passato, i suoi gruppi sono concepiti per essere ammirati da un punto di vista preferenziale: Bernini collocò infatti le sue sculture contro apposite pareti e in luoghi scelti personalmente, imponendo allo spettatore la visione che considerava più rappresentativa della sua opera. Ciò non significa tuttavia che non riservasse la massima cura a ogni dettaglio e all'effetto drammatico dell'insieme. Nello stesso periodo Bernini iniziò a occuparsi anche di progetti architettonici, disegnando la facciata per la chiesa di Santa Bibiana a Roma e il sontuoso baldacchino di San Pietro. Risale agli anni del pontificato di Innocenzo X la decorazione della Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria, a Roma, per la quale Bernini elaborò una composizione architettonica e scultorea di stupefacente effetto teatrale: la Transverberazione di santa Teresa. Il gusto per la resa drammatica del soggetto si ritrova anche nei numerosi busti berniniani, caratterizzati da un persuasivo realismo, che si tratti sia di opere allegoriche, come le teste dell'Anima dannata e dell'Anima santa, sia di ritratti, come quelli del cardinale Scipione Borghese o di Luigi XIV, re di Francia. In qualità di architetto della basilica di San Pietro, nel decennio successivo all'ascesa al soglio pontificio di Alessandro VII Chigi, Bernini ne completò l'apparato decorativo, ideò la straordinaria scenografia della piazza, con il celebre colonnato, allestì la Scala Regia e realizzò la cattedra di San Pietro, nella quale ancora una volta scultura e architettura si compenetrano in una stupefacente orchestrazione di elementi simbolici ed effetti luministici. Bernini fu architetto di molti edifici civili a Roma, tra i quali Palazzo Ludovisi (ora Palazzo Montecitorio), Palazzo Chigi e Palazzo Barberini, e lasciò un progetto mai eseguito per il Louvre, che presentò a Luigi XIV nel 1665. Non vanno dimenticate infine le spettacolari fontane, tra le quali note in tutto il mondo sono la Fontana dei Fiumi in piazza Navona e la Fontana del Tritone in piazza Barberini, entrambe a Roma.
Gioacchino Rossini
 

(Pesaro 1792 - Passy, Parigi 1868), compositore italiano. Massimo autore di opere comiche del suo tempo, espresse il proprio talento in modo particolarmente felice nell'opera buffa, affermandosi come uno dei maggiori esponenti dello stile del belcanto. Figlio di musicisti, studiò al liceo musicale di Bologna; nel 1806, mentre era ancora studente, scrisse Demetrio e Polibio. Il secondo intenso periodo della carriera musicale di Rossini, quello degli anni 1813-1817, vede la creazione delle sue grandi opere comiche: L'italiana in Algeri (1813), Il turco in Italia (1814), Il barbiere di Siviglia e La Cenerentola (1817). Nel 1815, invitato dall'impresario teatrale Domenico Barbaja, Rossini si trasferì a Napoli, diventando direttore artistico e musicale dei teatri partenopei. Da Napoli, Rossini compì frequenti viaggi in Europa e soprattutto a Parigi, dove soggiornò per quasi cinque anni. L’opera più importante di questo periodo è il Guglielmo Tell, che fu l'ultima opera scritta da Rossini: per i successivi quarant'anni egli abbandonò infatti totalmente il teatro per rinchiudersi in una sorta di esilio volontario, poiché la poetica rossiniana era lontana dal nuovo clima romantico che affidava alla musica il ruolo di voce dell'anima e il compito di esprimere emozioni.
Giuseppe Verde
 
(Roncole di Busseto, Parma 1813 - Milano 1901), compositore italiano. Nato da una famiglia contadina nello Stato di Parma, allora governato dai Francesi, studiò musica con l'organista della chiesa di Roncole e poi con quello della vicina Busseto. Fu respinto all'esame di ammissione al Conservatorio di Milano per l'età troppo avanzata, e per questo ebbe lezioni private da Vincenzo Lavigna, maestro concertatore del Teatro alla Scala e professore di solfeggio al Conservatorio. Gli esordi di Verdi come operista furono contrastati. L'insuccesso, sommato all'improvvisa morte della moglie e di due figli, indusse il giovane musicista ad abbandonare la carriera operistica, ma le insistenze dell'impresario Merelli lo convinsero a musicare Nabucodonosor (o Nabucco), che trionfò alla Scala nel 1842. Alle radici del successo verdiano vi era il carattere romantico e popolare delle sue opere, che, pur non essendo di taglio prettamente politico, presentavano un legame chiaramente percepibile con l'acceso clima risorgimentale. Negli anni successivi Verdi inseguì con determinazione il consolidamento del proprio successo, componendo senza sosta opere di valore diseguale per imporsi sulla scena delle principali città italiane. Egli stesso definì più tardi questo periodo della sua vita, caratterizzato da una convulsa attività compositiva, come "anni da galera". I frutti di questo tirocinio forzato non si fecero attendere: il decennio successivo si aprì con la cosiddetta "trilogia popolare" formata da Rigoletto (1851, libretto di Piave), Il trovatore (1853, libretto di Cammarano) e La traviata (1853, libretto di Piave). Dopo Aida, la produzione verdiana rallentò sensibilmente.
Guglielmo Marconi
 
(Bologna 1874 - Roma 1937), inventore italiano. Studiò a Bologna e a Firenze e fin da giovanissimo, intuendo la possibilità di utilizzare le onde elettromagnetiche per inviare segnali a distanza, si interessò di telegrafia senza fili. Verso il 1895 mise a punto un'apparecchiatura con cui riuscì a inviare segnali intelligibili a una distanza di circa 2400 km, usando un'antenna direzionale. Dopo aver brevettato il sistema telegrafico in Gran Bretagna (1896), fondò a Londra la Marconi's Wireless Telegraph and Signal Company. Nel 1899 inviò segnali radio in Francia attraverso la Manica e nel 1901 realizzò la prima comunicazione attraverso l'oceano Atlantico tra Poldhu, in Cornovaglia, e St John's, nell'isola di Terranova (Canada). Il suo sistema fu presto adottato dalle navi britanniche e italiane e, verso il 1907, fu organizzato un regolare servizio pubblico transatlantico di telegrafia senza fili. Nel 1909 Marconi ricevette il premio Nobel per la fisica. Durante la prima guerra mondiale fu incaricato di organizzare il servizio italiano di telegrafo senza fili, e in quell'occasione mise a punto la trasmissione a onde corte come mezzo di comunicazione segreta. Proseguì poi gli esperimenti con le onde corte e cortissime e con le microonde, anche in relazione a un loro possibile impiego in medicina. Marconi fu nominato senatore nel 1914 e ricevette il titolo di marchese nel 1929; ottenne inoltre la presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche e dell'Accademia d'Italia.

Leonardo Da Vinci
 

Pittore, architetto e scienziato nacque nel 1452 a Vinci (Firenze) e morì nel 1519 presso Amboise. Nato da Ser Piero, notaio fiorentino, all'età di 15 anni andò a Firenze alla bottega del Verrocchio. Contemporaneamente frequentò anche la scuola del Pollaiolo. La sua prima attività pittorica appartiene a questo momento: due versioni dell'Annunciazione , "La Madonna del Garofano" ," L'Adorazione dei Magi". Alla fine del 1481,su sua richiesta, fu chiamato a Milano con il principale incarico di costruire il monumento equestre di Francesco Sforza. Riuscì a realizzare solo il modello in creta del cavallo, esposto nel 1493.Durante il periodo milanese , Leonardo fu scenografo, ingegnere militare, studiò e realizzò un modello per la cupola del duomo di Milano (1487/90) e dipinse" La Vergine delle rocce". Molteplici furono i suoi capolavori , tra cui " La Gioconda " ( Parigi, Museo del Louvre
Marco Polo
 
(Venezia 1254-1324), viaggiatore veneziano. Il padre Niccolò e lo zio Matteo erano mercanti veneziani con importanti interessi a Costantinopoli e in Crimea. Quando Costantinopoli cadde nelle mani dei genovesi, Niccolò e Matteo andarono alla ricerca di mercati alternativi a nord del mar Caspio. I Polo raggiunsero Buhoro e qui vi trascorsero tre anni, fino a quando si unirono a una carovana persiana diretta alla corte del grande imperatore mongolo Kublai Khan a Shangdu. I fratelli Polo furono accolti con simpatia alla corte dell'imperatore mongolo che, minacciato dalla pressione degli eserciti musulmani ai confini meridionali del suo impero, li invitò a tornare con cento missionari cristiani, cui avrebbe affidato il compito di convertire il suo popolo al cristianesimo. I Polo impiegarono tre anni per ritornare a Venezia. Due anni dopo i due fratelli partirono nuovamente per la Cina, accompagnati questa volta da Marco, che allora aveva diciassette anni. I Polo, dopo un lunghissimo viaggio, riuscirono a raggiungere la corte del Khan a Shangdu nel 1275. Molti dei territori da loro attraversati, in particolare il Pamir e la regione del Gobi, non erano mai stati visitati prima d'allora da europei. Marco Polo entrò nel corpo diplomatico del Gran Khan compiendo ambascerie e missioni commerciali in varie parti dell'impero mongolo. Il padre e lo zio erano intanto diventati consiglieri militari del Gran Khan, ma quando quest'ultimo invecchiò e l'impero cominciò a dare segni di fragilità, i Polo decisero di ritornare in Europa. Furono autorizzati a partire nel 1292 con un'ultima missione da compiere: scortare una principessa mongola destinata ad andare in sposa al re di Persia. Poiché la guerra in corso ai confini occidentali dell'impero mongolo rendeva impossibile il viaggio via terra, i Polo decisero di raggiungere la Persia via mare. I Polo raggiunsero Venezia nel 1295, ben ventiquattro anni dopo la loro partenza, ricchissimi grazie soprattutto alle pietre preziose che avevano cucito nei vestiti. L’opera che ha reso famoso Marco Polo è Il Milione, testo che narra la storia dei suoi viaggi nel misterioso Estremo Oriente. La grande eterogeneità stilistica dell’opera è in parte dovuta alla singolare vicenda della sua composizione: catturato e imprigionato dai genovesi dopo la battaglia di Curzola (1298), Marco Polo conobbe in carcere Rustichello da Pisa, rimaneggiatore di romanzi cavallereschi. A questi raccontò le avventurose vicende occorsegli durante i suoi viaggi commerciali in Cina; dall’affabulazione del mercante e dalla scrittura romanzesca, in francese, di Rustichello, nacque il Livres des merveilles du monde (Libro delle meraviglie del mondo), subito diffuso e tradotto in volgare toscano fin dal 1308, nella versione intitolata Il Milione, dal soprannome della famiglia dei
Maria Montessori
 
Pedagogista (Chiaravalle, Ancona, 1870 - Noorvijk, Olanda 1952). Tenne nel 1898 il primo corso sull'educazione degli anormali, donde sorse, in collaborazione con il Montesano, la scuola magistrale ortofrenica.Pensò allora d'applicare ai bambini normali talune delle tecniche per lo sviluppo sensoriale già adottate con gli altri. Nel 1907 le veniva affidato l'asilo per i figli dei ferrovieri nelle case popolari del quartiere di S. Lorenzo a Roma, e fu la prima Casa dei Bambini. Il metodo Montessori si veniva cosi delineando, con grandi risultati, fondato sull'osservazione dei bisogni infantili e sullo studio per appagarli, favorendo lo sviluppo delle attitudini naturali. Per motivi ideologici Montessori nel 1936 lasciò l'Italia, stabilendosi in Olanda. Metodo Montessori. E' il sistema educativo dell'infanzia ispirato a Montessori dalle sue riflessioni sulla natura e lo sviluppo del bambino, fondato sula Pedagogia Scientifica.Il testo fondamentale è Il Manuale Della Pedagogia Scientifica (1896) ristampato nel 1952 con il titolo " La scoperta del bambino ". Il piccolo sviluppa contemporaneamente il corpo, la mente, gli atteggiamenti. Quindi è necessario offrirgli un ambiente adatto a lui anche dimensioni, oltre che nell'ordinamento e nel ritmo di vita, come sarà la Casa Dei Bambini. Qui il bambino avrà giochi ideati per lui, potrà esercitare i suoi sensi, perchè dall'esperienza nascono le idee e si ordina la riflessione, come acquisizione spontanea e non come sforzo imposto estrinsecamente. Il materiale didattico, appositamente studiato, affina ciascun senso e lo esercita, rendendo il bambino padrone del suo mondo
Michelangelo Buonarroti
 
(Caprese, Arezzo 1475 - Roma 1564), scultore, pittore, architetto e poeta italiano del tardo Rinascimento. Fu un artista geniale e inquieto e concepì la sua attività come un'incessante ricerca dell'ideale di bellezza. Figlio di Lodovico Buonarroti, a tredici anni lavorava già nella bottega dei Ghirlandaio. Dopo un anno, tuttavia, preferì avvicinarsi a Bertoldo di Giovanni e studiare le sculture antiche nel giardino di Lorenzo de' Medici. Accolto a Palazzo Medici, entrò in contatto con Poliziano, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola. Le sue prime opere furono La Madonna della Scala e la Battaglia dei Centauri . Alla morte del Magnifico, temendo la cacciata dei Medici, Michelangelo fuggì a Venezia e poco dopo a Bologna. Del periodo romano sono La Pietà, la Madonna di Bruges , il Tondo Pitti , il Tondo Taddei e il dipinto noto come Tondo Doni . Intanto Michelangelo ricevette la commissione del David , nel quale affrontò in modo innovativo il tema dell'eroe e mentre era ancora occupato con il David, gli fu chiesto di confrontarsi con Leonardo affrescando la sala del Consiglio di Palazzo Vecchio. La sfida non venne mai conclusa, ma il cartone della Battaglia di Cascina, ora perduto, esprimeva la perfezione raggiunta dal Buonarroti nel disegno del nudo. L'anno seguente, papa Giulio II gli affidò la realizzazione della propria tomba; per Michelangelo era la grande occasione per dare vita alla propria personale concezione della scultura, ma il progetto, cui lavorò per quarant'anni, si trasformò presto in una vera ossessione. Nel primo atto di quella che egli stesso definì la "tragedia della sepoltura", si recò di persona alle cave di Carrara per scegliere i blocchi di marmo. Poco dopo, Giulio II gli vietò di proseguire: prima del sepolcro voleva ricostruire la basilica, affidando il progetto al Bramante. Michelangelo tornò allora a Firenze, dove diede sfogo al suo risentimento contro il papa e gli intrighi della corte romana, investendo nella polemica anche Raffaello, e accusando lo stesso Bramante di volerlo avvelenare. La riappacificazione fu un vero affare di stato: i rapporti diplomatici tra Roma e Firenze corsero il rischio di incrinarsi. Alla fine, a malincuore, "munito di una raccomandazione in cui si dichiarava che la sua arte non aveva rivali in Italia e nel mondo", Michelangelo fece ritorno a Roma. Doveva affrescare la volta della Cappella Sistina, ma protestava di non essere pittore. Tuttavia finì con il rinchiudersi nella cappella a lavorare indefessamente: terminò l'opera da solo, nel giro di quattro anni, dipingendo sdraiato sulle impalcature, con lo sguardo e il pennello sempre rivolti verso l'alto. Il risultato stupisce ancora dopo secoli. Nel 1534 si recò definitivamente a Roma dove compì per Paolo III Farnese il Giudizio Universale della Cappella Sistina. A 75 anni, dopo la Conversione di san Paolo e la Crocifissione di san Pietro , Michelangelo smise di dipingere e si dedicò quasi esclusivamente all'architettura: rinnovò la piazza del Campidoglio, terminò la costruzione del Palazzo Farnese, disegnò Porta Pia e intervenne per inserire la chiesa di Santa Maria degli Angeli nelle Terme di Diocleziano. Michelangelo fu considerato artista grandissimo, superiore agli antichi e, nonostante il suo forte temperamento, intese sempre la sua opera al servizio di verità universali, mai quale pura espressione della sua personalità.
Raffaello Sanzio
 
(Urbino 1483 - Roma 1520), pittore e architetto italiano, figura centrale del Rinascimento. Figlio del pittore Giovanni Santi, esordì nella bottega del padre, da cui si staccò a partire dal 1500. Nel primo periodo di attività dipinse sotto l'influenza dello stile del Perugino e alla maniera della scuola umbra, come testimoniano lo Sposalizio della Vergine e la Crocifissione con la Madonna, due angeli e i santi Gerolamo, Maddalena e Giovanni Evangelista. Alla fine del 1504 Raffaello si recò a Firenze con l'intento dichiarato di studiare le opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo e fra Bartolomeo. La sua evoluzione artistica nel corso del soggiorno fiorentino può essere ripercorsa esaminando i numerosi dipinti sul tema della Madonna con il Bambino. L'ultimo dipinto eseguito a Firenze, la Madonna del baldacchino , rimase incompiuto a causa della partenza dell'artista per Roma. Fra il 1504 e il 1508 Raffaello lavorò anche per la corte dei Montefeltro a Urbino. Nel 1508 Raffaello fu chiamato a Roma da papa Giulio II, che gli commissionò la decorazione ad affresco di quattro stanze in Vaticano. Nel 1514, dopo la morte di Giulio II, il successore Leone X nominò Raffaello "architetto della fabbrica di San Pietro" e un anno dopo "conservatore delle antichità romane". Preso da molteplici impegni e assorbito da varie attività, Raffaello dipinse solo una parte della terza stanza vaticana, nota come la Stanza dell'incendio di Borgo , mentre la quarta, la Stanza di Costantino, fu realizzata dagli allievi dopo la sua morte. Tra gli altri quadri di soggetto religioso è necessario ricordare la Trasfigurazione, rimasta incompiuta alla sua morte e completata nella parte inferiore da Giulio Romano: la tela costituirà un modello importante per i pittori del Seicento, in particolare per Caravaggio e Rubens
Tiziano Vecellio
 
Pittore ( Pieve di Cadore 1490 - Venezia1576 ). Giunto a Venezia giovanissimo, fu dapprima nelle botteghe dello Zuccato, di Gentile e Giovanni Bellini e infine accanto a Giorgione. Con lui lavorò nel 1508, non ancora ventenne agli affreschi del Fondaco dei Tedeschi dove imparò a dipingere libero dal chiaroscuro e dal disegno tradizionale, seguendo quella che Vasari chiama la "Maniera Moderna", cioè la pittura dei colori naturali. La diretta filiazione dal naturalismo di Giorgione ha posto complessi problemi attributivi per le opere giovanili del periodo 1508/10, il Concerto di Palazzo Pitti e il Concero Campestre del Louvre.La personalità di Tiziano si afferma indipendente e opera una consapevole rottura con la pittura veneziana del tardo '400 negli affreschi della Scuola del Santo a Padova ( 1511, Miracoli di S. Antonio). Nelle scene del Miracolo del neonato e del Marito geloso, e crea nuovi prototipi di "Idilli Mitologico", di "Pala D'Altare" e di "Sacra conversazione" rispettivamente co L'Amor sacro e L'Amor profano (Roma, Galleria Borghese). Le opere del terzo decennio, La festa di Venere e il Baccanale per gli Estensi (Madrid, Museo del Prado), il Polittico con il S. Sebastiano (1522), La Deposizione(1523) , I ritratti (L'uomo dal guanto; Parigi Museo del Louvre) mostrano il grado di maturità raggiunta dall'artista nell'esprimere un nuovo umanesimo eroico, attraverso un eccezionale ricchezza cromatica e monumentalità compositiva.Nella presentazione Al Tempio (1538/40; Venezia, Galleria dell'Accademia) l'arte di Tiziano giunge a una sinfonia poittorica sonora e calma. Con la Bella di Palazzo Pitti, Venere di Urbino, 1538, agli Uffizi, la sua pittura raggiunge punte altissime di armonia
Ugo Foscolo
 

 
(Zante 1778 - Turnham Green, Londra 1827), poeta italiano. Nato nell'isola greca di Zante, l'antica Zacinto, allora possedimento veneziano, Foscolo si trasferì a Venezia nel 1792; qui, a contatto con letterati allora famosi, si formò una solida cultura e iniziò il suo apprendistato poetico. Le sue idee giacobine e rivoluzionarie lo costrinsero a ritirarsi nel 1796 sui colli Euganei e, dopo la rappresentazione della tragedia Tieste, che gli valse una certa notorietà, fu costretto a riparare a Bologna nella Repubblica Cispadana, dove pubblicò l'ode A Bonaparte liberatore. Tornò poi a Venezia, dove era nato un governo democratico, ma le speranze di libertà vennero stroncate dal trattato di Campoformio del 1797, col quale Napoleone cedette Venezia all'Austria. Amareggiato lasciò la città e si recò a Milano, capitale della Repubblica Cisalpina. Fu la caduta delle speranze in un rinnovamento politico da parte di Napoleone a ispirargli Le ultime lettere di Jacopo Ortis, il primo romanzo italiano. Dopo due anni trascorsi in Francia, in occasione dell'estensione all'Italia nel 1806 dell'editto di Saint Cloud, che imponeva la collocazione dei cimiteri fuori dall'abitato e una regolamentazione egualitaria delle tombe, Foscolo compose il suo testo più intenso, Dei Sepolcri. Nel 1808 Foscolo aveva ottenuto la cattedra di eloquenza all'Università di Pavia. Quando gli austriaci tornarono a Milano nel 1814, il Foscolo resistette alle loro proposte di collaborazione e partì in volontario esilio attraverso la Svizzera verso l'Inghilterra (1816
Vincenzo Bellini 1801 - 1835
 
Vincenzo Bellini
(Catania 1801 - Puteaux, Parigi 1835), compositore italiano. Figlio di Rosario Bellini, organista e compositore, mostrò sin da bambino una spiccata predisposizione per la musica. Compì i primi studi a Catania, sotto la guida del nonno Vincenzo Tobia, anch'egli musicista, e del padre. Nel 1819 il comune di Catania gli offrì una borsa di studio, grazie alla quale Bellini si recò a Napoli, dove frequentò il Conservatorio. Prolifico compositore di musica sacra e da camera, Bellini concluse il corso di composizione presentando un'opera semiseria, Adelson e Salvini (1825); l'opera ebbe grande successo e il Teatro San Carlo di Napoli gliene commissionò subito un'altra, Bianca e Fernando (il cui titolo diventò poi Bianca e Gernando) allestita nel 1826. Nel frattempo, l'impresario Domenico Barbaja gli chiese di comporre un altro melodramma per il Teatro alla Scala di Milano. Trasferitosi nella città lombarda, nel 1827 Bellini portò a termine la composizione del Pirata. All'inizio del 1833 si trasferì a Londra per alcuni mesi; di lì si spostò poi a Parigi, dove morì due anni dopo per una grave malattia intestinale. In contrasto con l'affannosa prolificità degli altri operisti dell'epoca, costretti da esigenze impresariali a massacranti tours de force, Bellini dichiarò di non voler scrivere più di un'opera all'anno, per potervisi dedicare completamente. Nacquero così, una all'anno, le opere che consacrarono la fama di Bellini in Europa e che ne fanno ancora oggi l'esponente più puro del romanticismo musicale italiano: La straniera (1829), I Capuleti e i Montecchi (1830), La sonnambula e Norma (1831). La serie di successi fu interrotta solo nel 1829 dal fiasco di Zaira, composta per l'inaugurazione del rinnovato Teatro Ducale di Parma, e nel 1833 da Beatrice di Tenda, accolta con poco calore al Teatro La Fenice di Venezia. Nel 1834 Bellini accettò di comporre un'opera per il Teatro Italiano di Parigi, I Puritani, che venne rappresentata nel 1835 e fu il suo ultimo lavoro.
Vittorio Emanuele III
 
(Napoli 1869 - Alessandria d'Egitto 1947), re d'Italia (1900-1946), imperatore d'Etiopia (1936-1944) e re d'Albania (1939-1944). Divenne re d'Italia dopo l'assassinio del padre, Umberto I; quando, nel 1915, l'Italia entrò in guerra a fianco dell'Intesa, Vittorio Emanuele III si recò personalmente nella zona delle operazioni sul fronte settentrionale. Nel 1922, dopo la caduta del governo liberale, per evitare una guerra civile assecondò l'instaurazione del regime fascista, senza opporsi in seguito ad alcuna decisione di politica interna o estera adottata da Mussolini. Con la conquista dell'Etiopia e dell'Albania, Vittorio Emanuele acquisì nuovi titoli. Nei primi mesi del 1943, in piena seconda guerra mondiale, maturò l'idea di destituire il duce e di fare uscire l'Italia dal conflitto. Il 25 luglio del 1943 fece arrestare Mussolini e aprì le trattative con gli Alleati. Nel 1946, su pressione degli antifascisti italiani e degli Alleati, abdicò in favore del figlio, che divenne re per un mese con il nome di Umberto II. Vittorio Emanuele visse in esilio in Egitto fino alla morte
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