La storia di questa banconota risale agli anni '40, durante il III Reich di Hitler, e si colloca all'interno dell'area di Terezin, città poco distante da Praga. Terezin, vecchia fortezza sorta ai tempi di Maria Theresa, era l'altra faccia meno conosciuta di Auschwitz. Chiamata anche il "Ghetto dei bambini", veniva considerata inizialmente il ghetto per i "privilegiati" e ci si offriva addirittura volontari per raggiungerla. Secondo la propaganda nazista, infatti, in questo ghetto gli ebrei vivevano isolati ma contenti sotto la loro autogestione e stavano addirittura meglio a confronto con i tedeschi ed i soldati massacrati dalle bombe e nelle trincee. In realtà esso era diventato un campo di transito per Auschwitz-Birakenau. 15mila bambini furono tolti ai loro genitori per essere trasportati e uccisi ad Auschwitz e solo cento riuscirono a sopravvivere. Terezin era quindi inserita perfettamente nel progetto che vedeva i lager come soluzione finale. Ma come si riuscì ad elaborare un simile inganno? Per capire quale astuzia diabolica si nascondeva dietro tutto questo si deve pensare a Terezin come un grande posto isolato e difficilmente accessibile, in cui non era più possibile alcun tipo di contatto con il mondo esterno. Chi realizzò questa struttura chiusa, però, permetteva a chi si trovava all'esterno di vedere qualcosa: immagini da lui scelte. Per camuffare i trasporti quotidiani ad Auschwitz, i cosiddetti "trasporti al lavoro", agli occhi dell'intero mondo e della Croce Rossa internazionale, che aveva annunciato un'ispezione, si diede luogo all' "abbellimento" della città. Apparvero dei negozi, una banca, asili nido, un parco giochi, un caffé ed una scuola, la quale però aveva il cartello esposto "Chiuso per ferie". Furono costruiti un teatro e una sala da concerto. La città fu decorata persino con dei giardini fioriti. Fecero arrivare da tutta Europa esperti falegnami ebrei per fare dei mobili in maniera che sembrasse che ci fossero anche degli appartamenti arredati. Per costruire questi mobili i falegnami cercarono di usare della legna e della vernice fresca, sperando che la Croce Rossa sentisse l'odore di legna fresca e chiedesse il perché? Stando alle testimonianze, ciò non avvenne. Per rendere ancora più credibile l'intera messinscena furono distribuiti agli ebrei anche delle banconote. I biglietti recavano la scritta da 1 - 5 - 10 - 50 - 100 Kronen (Corone) da un lato, e una caricatura di Mosé che tiene le tavole dei Dieci Comandamenti, sull'altro. Erano nuovi di stampa, emessi proprio per l'occasione con la data dell' 01/01/1943 e firmati da Jacob Edelstein, il capo anziano degli ebrei.Certamente anche quest'ultimo aveva sentito parlare delle camere a gas, come tutti i precedenti capi anziani ebrei del resto . Talvolta, però, per salvarsi almeno a livello psicologico bisogna negare a se stessi delle atrocità e firmando quelle banconote Jacob Edelstein aveva partecipato, a suo malgrado, alla realizzazione di quella farsa, scegliendo la strada della negazione della realtà per evitare il panico tra la gente della sua comunità. Infine, anche a Jacob Edelstein non fu concesso di continuare a vivere e, accusato di aver falsificato le liste dei trasporti per poter salvare alcuni prigionieri, fu spedito ad Auschwitz. Fu fucilato nel giugno del '44 dopo essere stato costretto ad assistere all'uccisione di sua moglie e di suo figlio. Nei negozi e sulle bancarelle c'erano in bella mostra scatole di zuppa, dadi da brodo e scatolette di sardine che in realtà gli ebrei non potevano comprare con questi soldi perché ad ognuno di loro erano riservate solo patate in un mare di brodaglia per un totale di 700/800 calorie al giorno. La commissione della Croce Rossa ripartì soddisfatta, notando solo un gran affollamento nella città. Subito dopo l'ispezione venne girato il film-propaganda "Hitler regala una città agli ebrei". Kurt Gerrou, famoso regista che aveva lavorato nell' "Angelo Azzurro" con Marleue Dietrich, venne catturato, dopo che era scappato e si era rifugiato in Olanda, per girare il film. Alcuni musicisti erano stati costretti a suonare nella sala d'orchestra ed alcuni bambini dovettero partecipare alle poche scene girate dentro il ghetto con pochi altri prigionieri ancora in salute. Scene che prevedevano atteggiamenti cortesi e familiari da parte delle SS nei confronti dei vari fanciulli. Il resto del film fu girato al di fuori, con attori e comparse ben nutriti e ben vestiti, intenti a lavorare nelle fabbriche. Appena finito il film, tutte le facce che comparvero nel filmato e lo stesso regista vennero inviate ad Auschwitz dove non vennero nemmeno marchiati con il numero sul braccio e mandati subito alle camere a gas. Ci fu un'eccezione, però, fatta per un ragazzo danese che apparve brevemente nel film. Lui, assieme agli altri danesi, era protetto dall'intervento diretto del re di Danimarca. Il re era riuscito ad ottenere un'esistenza davvero "privilegiata" e la garanzia per la sopravvivenza dei suoi danesi attraverso la minaccia di un embargo sul grano destinato alla Germania. Non doveva rimanere in vita nessun testimone: la realtà doveva essere completamente sostituita dal filmato. I trasporti ai lager, le ondate di epidemie, le condizioni malsane in cui versavano gli ebrei vennero negate dal messaggio televisivo, dalle immagini furbamente girate e trasmesse. Le banconote emesse in quell'occasione testimoniano una grande recita di copertura. Questo tipo di operazione fu svolta a livelli tali che ancora oggi c'é chi stenta a crederci, compresi i superstiti che erano là. Ecco fino a che punto arrivò la macchina propagandistica e infernale dei nazisti.
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